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1.
PRESENTATORE - Signori e signore, ecco a voi: Ugo Innamorati! (Sigla a tutto volume, applausi) UGO - Grazie a tutti!... Grazie, grazie… Ma quante storie potrei cantare e raccontare… E per questo devo ringraziare il nostro Direttore, artistico si intende, che ci ha permesso di parlare in libertà… della libertà, delle prepotenze e delle stranezze del mondo, ma anche delle cose belle della vita, dell’amore, delle donne… sempre in modo ironico e dissacran… DRIIIIIIN! (squilla il telefono) UGO - Un momento, scusate… (risponde al telefono) Direttore, buongiorno… DIRETTORE – Buonasera, vorrà dire… UGO – Sì, buonasera volevo di… DIRETTORE – Lasci perdere, non ci perdiamo in chiacchiere!... Mi dica piuttosto… (sforzandosi di ricordare) caro… caro… UGO – Ugo, sua eccellenza! DIRETTORE – Ma che eccellenza!... Non sono mica un giudice! UGO – Ha ragione (sottovoce) sua eccellenza… DIRETTORE - Senta, piuttosto parlando di cose serie, lo spettacolo non si può fare… UGO – Come non si può fare? Guardi che sono in teatro in questo momen DIRETTORE – Sì, sì… saluti tutti e vada via. Veda, è intervenuta la censura, il Garante e… eeee… (sbrigativo) non ci sono più fondi!… UGO – Come non ci sono più fondi? DIRETTORE – Non ci sono soldi… Non c’è una lira! Lo spettacolo non si può fare! E io non posso rischiare il c… per lei ed il suo amico musicista, capisce?... Lo spettacolo ve lo fate da soli! UGO – Co… Come da soli? E per stasera? non c’è paga? DIRETTORE – Sì… senta… come ha detto di chiamarsi? UGO – Ugo… DIRETTORE – Ah già, Ugo... Bene… per quell’altro progetto poi, mi richiami lei, mi raccomando… ne parliamo in settimana… UGO – Va bene, Direttore, la chiamo lunedì? DIRETTORE – Lunedì… lunedì… senta… facciamo così… mi faccio sentire io, va bene? La richiamo io… UGO – Senz’altro, Dottore… Aspetto una sua chiamata, allora… Un’ultima cosa però… DIRETTORE – Dica, dica… UGO – A Dotto’… Ma VAFF… (dissolvenza della voce su ovazione della folla! Sigletta mandata a tutto volume) UGO – Caro pubblico, lo spettacolo ce lo facciamo noi! Da soli! (ovazione della folla ad ogni pausa) Niente Direttore! Niente censura! Si fa quello che ci pare! Evviva la libertà! Viva la libertà!!!
2.
La libertà 04:09
La libertà… è andare un po’ di qua e un po’ di là. La libertà… sfidare il senso della gravità! La libertà… è fare tutto quello che ti va, anche se poi, ognuno pensa solo ai fatti suoi! La libertà… sentire questo e quello e dire: “Bah! Io non ci sto! mi piace solamente dir di NO!” La libertà è un lungo viaggio nel Madagascar La libertà… girare il mondo intero e non tornar… La libertà… è prendersi, lasciarsi e poi chissà… La libertà… scoprirsi solo nell’intimità la libertà… è dir tra le bugie una verità. La libertà… è amare solo chi poi se ne andrà… La libertà… è farsi un giro fino all’aldilà, poi ritornar e dire: “Tanto bene non si sta…” La libertà dov’è che sia di casa non si sa La libertà… non è di questo mondo.
3.
Vecchio barbogio che in cima te ne stai a giocare coi nostri destini come il dito di un bambino con i cerchi d’acqua in una pozza, somiglia forse a te il mio riflesso? Somigli forse a me, tu, mio riflesso? E me ne resto a guardare abbacinato i riflessi di minuscole onde che tra mille cerchi d’acqua il mio volto disperdono… insieme alle nubi lievi che veleggiano lentamente col mutare dei giorni e delle vesti delle stagioni. Che bel gioco è mai questo? Bello come una donna che si sveste… onde delle vesti che trattengo tra le dita e si dileguano… in miriadi di riflessi e innumerevoli cerchi d’acqua…
4.
Introduzione 01:18
A volte le donne aspettano a lungo il loro amato che s'è imbarcato per chissà dove... e si crogiolano in pensieri appassionati, si impegnano in difficili promesse... Credono persino che il loro uomo lontano le resti fedele! Se lo figurano come un novello Ulisse... Ma anche Ulisse aveva la sua Circe!... e chissà poi se Penelope si sia mantenuta sempre casta, lontana dal marito per 10 lunghissimi anni!... Ma è proprio su questa difficoltà quasi impossibile che sono nati i sentimenti, i piagnistei, i tormenti, i romanticismi, le passioni... Ed è qui che nasce l'ambigua certezza di questa canzone: E' IMPOSSIBILE l'amore… senza pene!
5.
So che piangi e ti manco da morire: son sei mesi che non riesci più a dormire! Ma di me non lo sai cosa ti mancherà mai? forse è quello che tra poco ti dirò... IMPOSSIBILE l'amore senza pene lo si vede dal gonfiarsi delle vene e se piangi, è per un po’ poi non mi dirai di no… Ho un regalo: guarda amore, che ti do! Lo insegnava Platone ad Atene: non si può parlar d’amore… senza pene! Sarà questo, non lo so, che ti manca? ...oppure no. Nel frattempo quel che chiedi ti darò… Impossibile l'amore senza pene… E' impossibile, mia cara, lo sai bene. Forse parto e non lo so se di pene te ne darò. Cosa importa? Prima o poi ritornerò!
6.
Dalle persiane chiuse, guarda giù per la strada… Ecco che s’avvicina chi la chiama!… Lui squilla… lei apre, nel silenzio della notte. Lui sale su per le scale ed entra nel salotto. Cos’è… cos’è questo silenzio? sa di pensieri e sa di voglie. Lo so… lo sai… tu sei sua moglie ma quel che sfioro ora mi accoglie… Ora che siamo a letto accendi due candele… Quel che tu vuoi sentire non vuoi vedere… Ma quando apri gli occhi e tu vedi quel che voglio non ci sono che i bei giorni passati insieme a me. Cos’è… cos’è che mi vuoi dire e che in questa notte non vuole finire? Lo so… lo sai… anche stavolta fai finta che sia l’ultima volta. Cos’è… cos’è che mi vuoi dire e che in questa notte non vuole finire?
7.
Da quando sei andata via, da quando non ci sei, ho fatto una gran festa con gli amici tra musica, piscina, drinks e donne a volontà… tequila, caipiriña e cu- ba libre! Ma ad un certo punto ho perduto l’equilibrio e son caduto giusto su una bionda… Sarà che anche a lei non dispiaceva, sai… così s’è aggiunta pure una sua amica. Ma… non ci sei! Sei andata via… Poteva essere una festa anche per te, invece devo accontentarne solo tre! Ma… non ci sei, non sei con me. Io nel mio letto, SOLO, con quest’altre tre insoddisfatto e stanco penso solo a te!... Seee… tu avessi detto che tornavi dopo un po’ di certo non avrei pensato a un party! Così quando al mattino tu sei entrata nella stanza sarebbe stata tutta un’altra cosa… “Ma… sei già qui? Io non lo so… Io queste mica so chi sono e come mai sono distese e aggrovigliate intorno a me! Ma cosa fai? Già te ne vai? Ti prego, cara, non andartene così… E’ stata LEI che me le ha portate qui!” Ma… quando sei andata via hai detto: “Vedi un po’ di toglierti quel perizoma sulla testa!”. Ma senza te come farò? Torno da Jasmine, Carolina e Desirèe. Per qualche giorno mi consolo anche per te… Ma non ci sei… meglio così. Lo so in amore c’è chi paga, io ho perso te, ma c’è l’offerta PAGHI UNA E PRENDI 3!!! Ma senza te come farò?...
8.
Da quando sei andata via, sì… Diciamo che se qualcuno si allontana, c’è sempre un rimedio… Si sa (come si dice): “Tutti servono e nessuno è indispensabile…”. Gli amori vanno… vengono… In politica, come in televisione, invece, le cose sono un po’ diverse: CI SONO SOLO E SEMPRE LE STESSISSIME FACCE! Da quando ci sei tu se accendo la TV ti trovo dappertutto! Sui canali solo tu! Ma chi ti ha messo là? Io di certo no! Ma col telecomando se io cambio trovo te! RIT.: Non ce la faccio più… Non ce la faccio più… Ci sei soltanto tu! Nemici ce ne hai molti, amici… non lo sai! Se l’audience non si alza, che cosa farai mai? * * * * * * * * * * * * * * * Ma questa è tirannia! Non è democrazia! Sei un misto tra Pinocchio, il Minotauro e Belzebù!... Ho spento la TV, per non vederti più! ma poi sui manifesti e sui giornali ci sei tu! RIT.: Non ce la faccio più… Non ce la faccio più… Soltanto e sempre tu! Cammino tra la gente Son tutti uguali a te Vuoi farmi uscir di senno? Se guardo in uno specchio vedo te!) * * * * * * * * * * * * * * * Io non ti invidio, sai… Mi chiedo come mai… Sarà perché stai sempre a lavorare notte e dì! Ti piace far la STAR, che cosa ci vuoi far… M’infilo nella metro e la tua faccia è sempre là! RIT.: Non ce la faccio più… Non ce la faccio più… Ci sei soltanto tu!
9.
44mila volte 04:14
A volte interviene la scienza a spiegare che quel che sentiamo è tutto un errore… Sapete che in un CD c’è qualcosa che nessuno potrà mai sentire? 44mila volte in un secondo ci sono dei “silenzi”… Il fatto è che un CD gira tanto veloce che quei salti del disco non li sentiamo. Ma allora se tutto è un’illusione, che cosa rimane alle persone se non sognare una santa perfezione? …la musica delle sfere, un poliziotto di quartiere che dia delle bastonate alle note stonate! …e poi ci sono dei numeri espressi in BIT cui corrispondono delle frequenze, qualcosa che tradotto in altre parole somiglia a dei RUMORI. Il senso di questi pensieri, per analogia, non è che una nota morale… 44mila volte in un secondo (nel mondo) qualcuno ti sta fregando… Ma allora che cosa ci resta da fare se questo dischetto continua a saltare? Non resta che far finta di cantare… La musica digitale: ma che invenzione eccezionale! In fondo poi non suona così male…
10.
I neutrini 02:41
A proposito di digitale, di frequenze e di… scienza… Ho appreso… ieri… dal giornale… che un manipolo di scienziati ha sparato con un acceleratore di particelle, dei… NEUTRINI… dei… PALLINI… delle PICCOLISSIME particelle, che hanno attraversano la materia senza modificarla… Li hanno SPARATI dalla Svizzera fino ai costosissimi sotterranei del Gran Sasso in Italia. Non si vedono… come… il denaro riciclato… come… certi finanziamenti… che spariscono… senza lasciare traccia… come certe persone… che attraversano il nostro mondo e nessuno li vede, nessuno se ne accorge!... La scienza, la fisica QUANTISTICA… come l’astronomia… ci spaventa con parole inquietanti come… LA MATERIA OSCURA… che ci aspetta in agguato ai margini del nostro sistema solare… o I BUCHI NERI… che inghiottono stelle a più non posso… o LE GALASSIE DI ANTIMATERIA! Sempre questi scienziati… dicono… che noi, della materia… non vediamo che l’84%... Sarà… ma a me questo 16% che ci resta... mi piace tanto… e mi ci aggrappo con tutto me stesso!... Alzo gli occhi verso il cielo e vedo il Gran Carro, la stella polare… la Luna… Per fortuna ogni cosa è ancora al suo posto!... (voce di extraterrestre) “TELEFONO CAASA…”
11.
(***) Immensa, immensa è la sfiga! In Africa, ammesso che ti riesca di far piovere, tu, uomo che preghi il grande Naba, non esagerare!… Non uscire allo scoperto a ringraziare l’Onnipotente! Ce stanno li leoni!...
12.
Il processo 04:51
GIUDICE Signori della Corte! SIGNORI DELLA CORTE!!! Un po’ di silenzio! (sottovoce) …e che cazzo! (normale) Sentiamo cosa ha da dire in sua discolpa codesto uomo, il signor… il signor?... UGO …Ugo, sua Eccellenza… GIUDICE Bene… Lei è accusato di aver vilipeso, offeso, ingiuriato e messo in ridicolo Jean-Louis Gaudet, scrittore e autore di un pregevole quanto virtuoso brano sulle terribili condizioni della vita in Africa… E lei cosa ne ha fatto? Vi ha fatto aggiungere dal suo correo collaboratore un papero starnazzante, al principio… e alla fine una sua personale interpretazione in cui si fa beffe dell’ottimistico messaggio del libro, nonché della fede nel soprannaturale!!! (condanna sdegnato) Le antiche virtù teologali di Fede, Speranza e Carità oltraggiate in pochi minuti di musica e testo di bassa lega! UNO DELLA FOLLA E’ un’ignominia!!! (rumori della folla in aula) GIUDICE SILENZIO! O faccio sgombrare l’aula!... Ascoltiamo cosa ha da dire quest’uomo in sua discolpa, visto che ha deciso di non avvalersi della facoltà di essere difeso da un avvocato… UGO (schiarendosi la voce) Signor Giudice… signori della corte… Giammai avrei voluto offendere lo scritto del mio amico Gaudet… Giammai volli con la mia opera sminuire il valore di quelle pagine pregevoli… Giammai! Volli semmai, insieme al mio fido maestro, ampliarne il valore educativo e informativo… E poi quel papero, signor Giudice! Non era che la voce di un cartone animato che abbiamo inserito per far riflettere sul fatto che la fame in Africa è anche frutto della cupidigia delle nazioni più potenti a danno delle più povere e indebitate… fatto che nessuna Carità può cancellare insieme col senso di colpa delle coscienze pietose di chi vive nel benessere! (Si levano impetuose raffiche di vento, fogli che volano… Ugo è costretto ad alzare il tono della voce) GIUDICE CHIUDETE QUELLA FINESTRA!!!... UGO E’ dunque per virtute che agii et agimmo… Chiedo venia se alcuno s’offese! E quanto al finale con lo leone… era solo per dire che lo continente africano è pur sempre lo continente africano!… con o sanza l’aiuto dello prossimo ricco… E lo leone è metafora di ben più feroci et crudeli homini, che sfruttano le altrui disgrazie per lo vantaggio personale… E non basta lo miracolo di pochi homini di bona volontate per sanare lo male antico de le genti d’Africa! GIUDICE CHIUDETE QUELLA FINESTRA!!!... UGO (urlando) E poi si ricordi lo nostro motto, signor Giudice: CASTIGA RIDENDO MORES! …E anco codesto detto, sua Eccellenza: Nessuno… Nessuno è innocente davanti al tribunale della sua coscienza!!! GIUDICE Sì, va bene, va bene… Fatelo tacere! Arrestate quest’uomo! La seduta è tolta! (a sfumare da qui in poi…) L’imputato è condannato a pagare un’ammenda di 480.000 euro per aver nociuto con i suoi farneticanti discorsi e le sue demenziali goliardate, non solo al signore di cui sopra costituitosi parte civile, ma a ciascuno di noi e dei signori della Corte per averci importunato con inutili e maldestri tentativi di spiegazione e giustificazione…
13.
A Ponza 03:20
Ero un attore della compagnia. Ora son solo qui a casa mia. Immagino di stare sul palco a recitare e di essere applaudito dalla claque… Guardavo Ponza dai colli di Velletri… son alti circa 320 metri… Quand’ecco un’impresaria, una donna straordinaria! Ci invita tutti a Ponza a recitar… Siamo in tournee ognuno a casa sua o con LA FANTASIA… e col tip tap e con la claque faremo spettacolo sull’isola di Ponza! Ma pensa te che strana idea! Una tournee ognuno a casa sua… ma che genialità! ed in diretta su Rai Tre daremo spettacolo dal carcere di Ponza! Ma guarda un po’ che stramberia!... Ma pensa te che strana idea!
14.
L'evasione 04:47
Erano anni che io, Frank, “Lucky Luciano” e Savy eravamo rinchiusi in quello stramaledetto carcere a Ponza. Dall’altra parte di quella fottutissima isola c’era il carcere femminile con le nostre pupe: Julie, Lilian, Myleen e Ivy detta “Veleno”, ma non potevamo portarle con noi… Non potevamo rischiare: la nostra libertà non valeva quattro pollastre!… Per evadere da quel buco di culo avevamo studiato un piano infallibile. Ci calammo dalle finestre una notte di luna piena con le lenzuola che avevamo fregato e messo da parte, ma… cazzo!... ci avevano puntato contro i riflettori! “Scappa Frank!”… urlò Savy…. ma non fece in tempo a scappare il povero Frank: quei bastardi gli spararono alle spalle… si sfracellò sugli scogli! Eravamo rimasti in tre… nuotavamo come dei pazzi, più veloci dei motoscafi che ci cercavano… Ci scoppiava il cuore, non ce la facevamo più… “Nuota! Nuota! Chiudi quella cazzo di bocca!”, strillava Lucky, prima di essere divorato dagli squali! Non ci stavo capendo più un cazzo! Avevamo superato Scilla e Cariddi, i Dardanelli, Suez, Gibilterra e Panama… Avevamo da poco superato anche l’isola di Pasqua, quando dal mare spuntò fuori una città di cristallo… E allora capii finalmente a cosa ero destinato… Quella era Atlantide! E di lì a poco avrei conosciuto la mia regina! Sbalorditi dai prodigi di quella città inverosimile, Io e Savy fummo intrattenuti da ancelle, sirene e donne di sogno, ma quando apparve lei… la mia regina, ne fui folgorato! “Bella! Bella!” urlai estasiato... Restai solo con lei per giorni e giorni, mentre Savy chiedeva cittadinanza in quello strano posto… La regina cantava arie ammalianti… cantava… cantava… Non smetteva mai di cantare… Ma quanto cazzo cantava?... cominciavo a non sopportarla più… e così venne allo scoperto il mio passato di avanzo di galera… Le sparai con una strana pistola a neutrini… Si dissolse nel nulla… e con lei la città e anche il mio amico Savy. Di me, il buon vecchio Hugh Inlove, so solo che mi ritrovai a vagare per la savana alla ricerca di quella cazzo di Cinquecento fatata: hai visto mai funzionava per davvero!... Ormai cominciavo ad essere abbastanza rincoglionito da credere anche ai miracoli! Così infatti avvenne… trovai la Cinquecento, il mio amico divorato dai leoni e un piccolo aereo da turismo. E ritornai a casa, facendo scalo qua e là… pensando a quante incredibili storie avevo da raccontare… al mio cane… Gli uomini no, non mi avrebbero mai creduto. (cane che abbaia insistente) Ma manco il cane però!
15.
E’ così che vanno le cose al mondo… La fantasia e la libertà dello spirito trionfano sempre su tutto, superano ogni vicissitudine e sono il sale della vita, come lo è l’ironia. Che abbia cantato dell’amore tra uomini e donne, di pioggia che arriva insieme ad altri guai nel terzo mondo, di pozze d’acqua in cui si può persino scorgere il riflesso di Dio, delle stesse facce che tormentano i nostri sonni televisivi, degli inganni della scienza e di questi tempi bui e incomprensibili, fatti di “neutrini” e fregature multimediali… alla fine, questo viaggio, non conduce che a questo: Liberate le vostre menti, cari amici! Io l’ho fatto tanto tempo fa quando scrissi questa piccola poesia con cui vi saluto… e che sintetizza in poche parole tanti noiosissimi discorsi che molto volentieri vi risparmio: (rullo di tamburi) HO APERTO IL CERVELLO… (piatti) E SONO USCITO! (uccellini) Ma che cazzo ci faccio qui? Quasi, quasi rientro!...

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“Dal difficile esordio in uno spettacolo che un Direttore Artistico non intende pagare, il nostro attore e cantante per antonomasia, Ugo Innamorati, prende una direzione molto precisa, quella della Libertà, che prova a definire ed inseguire, qua e là, tra riflessioni esistenziali, astuzie amorose e party improbabili... fino ad approdare al delirio! Perseguitato dalle Stesse Facce in TV, dalle mille fregature della vita e della Scienza, comprende cosa siano i Neutrini e i compact disk... ma finisce poi con l’essere processato e incarcerato a Ponza per una banale reinterpretazione goliardica di un testo sulla fame nel mondo. A questo punto progetterà e realizzerà la sua Evasione fuggendo una notte dal carcere e raggiungendo a nuoto Atlantide di cui conoscerà la fastidiosissima Regina, amante del bel canto. Ma alla fine, dopo mille peripezie, tornerà in modo rocambolesco a casa sua per celebrare il paradossale inno alla Libertà e alla Vita del finale...”

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Ugo Innamorati Riano, Italy

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